Il primo maggio al tempo del Job Act
- Patrizio Sgarra
- 1 mag 2016
- Tempo di lettura: 1 min

Che il Job Act avesse dei limiti lo si sapeva. Ma i dati diffusi dall'ISTAT ci pongono dinnanzi non ad una riforma che non sta facendo aumentare l'occupazione ma anzi questa continua a calare.
l'ISTAT dice:
"Dopo la crescita di gennaio 2016 (+0,3%, pari a +73 mila), a febbraio la stima degli occupati diminuisce dello 0,4% (-97 mila persone occupate). La diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne e si concentra tra i 25-49enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente"
Possiamo quindi dire che la ricetta proposta da Renzi non ha portato nessun beneficio, di fatto ha portato solo al superamento dell'articolo 18, di fatto ha solo compresso i diritti dei lavoratori.
Quindi cosa ci aspetterà nel futuro? Abbiamo già eminenti scienziati prezzolati dall'Europa (si prezzolati perché pagati non rende l'idea, qui c'è gente che si toglie la vita) che parlano di nuove riforme più aggressive. Purtroppo non ci propongono ricette concrete, ma solo argomentazioni non confutabili, vere perché non verificabili.
Vorrei fargli gli auguri per il primo maggio, vorrei farlo chiedendovi di aprire gli occhi e informarvi di più, di non cadere nell'inedia del tanto non si può fare. Fate attenzione perché i pifferai non faranno finire i topi nella fogna ma i nostri figli. Svegliamoci!
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