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Città Metropolitana di Torino: domenica si non vota.

  • Patrizio
  • 6 ott 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

La notizia è che domenica si vota per la Città metropolitana di Torino. Si vota per eleggere i nuovi consiglieri dell’incompiuta sostituzione delle provincie. Ma non saremo noi cittadini a decidere chi dovrà rappresentarci in questo ente, si badi bene non inutile perché alcune funzioni sono molto importanti, ma i nostri consiglieri comunali. Con un elezione di secondo livello quindi. Poco importa se nel frattempo gli umori e i legittimi orientamenti degli elettori sono cambiati, dovrete affidarvi a chi avete scelto anni prima. Ma poi poco importa lo stesso, perché alla fine il peso dei consiglieri comunali della nostra valle è davvero risibile: pensate il voto di un consigliere di Giaveno vale 0.30 quello di un consigliere di Valgioie 0.17 contro i 5 di uno di Torino. Certo Torino ha più abitanti e quindi i loro valgono di più. Quindi se la matematica non è un’opinione per la democrazia che nasce dal decreto Delrio il voto espresso dai cittadini giavenesi non vale niente. Un corto circuito democratico a valore demografico che presto potrebbe essere di moda anche al Senato, giusto per rendere l’idea. Quindi non stupiamoci che se con questo calcolo matematico di fondo, oggi, sia in azione un mercato delle vacche. Mi immagino contatti frenetici per far convergere il voto su un candidato che possa rappresentare le valli: senza guardare il colore politico, l’indirizzo, le qualità; votiamo chi ci promette più tutela, chi avrà di più un occhio di riguardo per i nostri problemi. Insomma si prefigura il peggio, perché semplicemente la cancellazione delle Provincie è stata fatta male, anzi è stata fatta malissimo. Ovviamente ci diranno che hanno cancellato i trasferimenti (economici) al nuovo ente, quindi ci sono meno sprechi. Ovviamente mi domando e come fa la Città Metropolitana a garantire i servizi tipo: l’edilizia scolastica, le strade provinciali, lo sgombero della neve per citarne alcuni se non ci sono fondi? Semplice fa debito. Quella di Torino, la più grande d’Italia in due anni ha già un debito notevole. Basti pensare che la neo Sindaco di Torino, Chiara Appendino e quindi Responsabile della città Metropolitana ha recentemente dichiarato di voler portare, una volta eletti i consiglieri, i libri in Tribunale e dichiararne insomma il fallimento. Non mi interessa entrare nel merito politico della possibile scelta del Sindaco di Torino (non si fa il processo alle intenzioni) ma sottolineare il pressapochismo con cui sono state cancellate le Provincie. Anzi con cui è stato semplicemente cancellato il voto democratico perché tutto il resto è rimasto invariato, soprattutto il costo per i contribuenti.


 
 
 

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